Palazzo: Piano Nobile
Scalone degli Stemmi
Al piano nobile, diversamente dal piano terra, gli affreschi ricoprono tutte le pareti, incorniciati in quadrature architettoniche per la maggior parte da terra al soffitto, che è a passasotto e costantemente decorato con motivi a rosetta. Il numero di stanze affrescate al piano nobile è veramente notevole, in specie per un palazzo nobiliare dell’area milanese e briantea, attualmente ne contiamo circa venticinque.
Particolare della Boscareccia
Per la maggior parte gli affreschi si devono al secondo Seicento milanese ed al preciso programma iconografico di Bartolomeo III Arese che qui dispiega il proprio pensiero con stretta coerenza, in ogni minimo dettaglio e con una ampiezza che non ha quasi paragoni in ambito milanese. Proprio in questo è la straordinarietà del palazzo, la sua totale concezione unitaria, puntualmente leggibile nell’insieme e nel particolare.
Salone d’onore oggi detto dei Fasti Romani
Salone dei Fasti Romani: apoteosi della Chiesa
Nella significativa importanza, qualità e quantità degli affreschi è l’aderenza allo spirito del barocco. Dallo scalone degli stemmi, in cui si evidenziano le parentele e le alleanze, si accede all’ala ovest con una sequenza di stanze dai vari soggetti effigiati: sala delle Rovine, due boscarecce, il salone d’onore centrale completamente affrescato, ora detto dei “Fasti romani”, la sala del Castello (con le spettacolari riproduzioni ad affresco del Castello Sforzesco di Milano a metà Seicento, del palazzo di Cesano e del Lago Maggiore), il salone delle Colonne, che ospitava tra sontuose quadrature a colonne tortili i secenteschi ritratti degli Asburgo, re di Spagna e duchi di Milano, ed infine una serie di sale (ancora da restaurare) che conducono direttamente all’Oratorio pubblico dell’Angelo Custode e di S. Antonio da Padova.
Particolare del salone dei Fasti Romani
La Boscareccia che dà sulla piazza del teatro, opera di Giovanni Ghisolfi, è uno straordinario capolavoro della pittura del Seicento lombardo.
La natura, sempre e costantemente frequentata dall’uomo, è raffigurata in una visione a 360 gradi in cui alberi ed archi naturali assumono il ruolo di pilastri e colonne, il tutto espresso con tonalità intense e nelle varianti dei bruni.
Salone dei Fasti Romani:
Enea riceve da Mercurio l'ordine
di abbandonare la regina Didone
Di seguito abbiamo il Salone dei “Fasti romani”, così chiamato in quanto sulle grandi pareti sono raccontati per brevi cenni momenti significativi della storia antica romana, nonché due grandi scene con l’inizio della civiltà romana (Enea che abbandona Didone) e il trionfo della Chiesa Cattolica Romana. Nel registro superiore sono raffigurati, personaggi di diversi strati sociali: nobili, musici e contadini, che idealmente partecipano agli avvenimenti che si svolgono nel grande salone.
Galleria delle Arti liberali
Galleria delle Arti liberali: Pittura
Nel lato sud, tramite la Galleria delle Arti Liberali si accede agli appartamenti privati verosimilmente in origine di Giulio II e del padre Bartolomeo III. La Galleria, il più scenografico degli ambienti di palazzo con i suoi oltre 20 metri di lunghezza, ospitava una collezione di statue marmoree a soggetto biblico-storico e mitologico, oggi all’Isola Madre, commissionate dal Presidente Arese agli scultori milanesi più in voga del suo tempo (Bussola, Albertini, Volpino, Simonetta).
Le sette Arti sono raffigurate sul lato del cortile e di fronte ad ognuna appare il relativo personaggio dell’antichità classica che le rese importanti.
A metà galleria si apre la piccola cappella privata dedicata a S. Pietro Martire, decorata interamente ad affreschi nel 1677 con soggetti biblici e riferiti alla vita del frate domenicano, ucciso dagli eretici nella vicina Seveso nel 1252. Tutte le scene raffigurate sono contenute da splendide quadrature.
Galleria delle Arti liberali: Dama alla finestra
Gli affreschi del piano nobile sono opera dei più importanti pittori del secondo seicento lombardo: Giovanni Ghisolfi, Giovanni Stefano Doneda il Montalto e il fratello Giuseppe, Ercole Procaccini il Giovane, Federico Bianchi, Antonio Busca e relative botteghe.
Particolare della Sala del Castello
Salone delle Colonne (in attesa di restauro)
Ambiente particolare del piano nobile è lo splendido loggiato, con funzione panoramica sul grande giardino retrostante, che collegava il quartiere di sud-est (probabile zona privata di Bartolomeo III Arese) con quello nord in origine riservato alle “signore donne” e poi trasformato a metà Settecento nell’appartamento privato di residenza dei conti Borromeo (stanze un tempo riccamente arredate, ma prive di decorazioni parietali). Questo appartamento è collegato al vestibolo del piano terra dal secentesco scalone monumentale dell’ala nord (da restaurare).
La loggia
Per approfondire la conoscenza degli aspetti artistici di Palazzo Arese Borromeo si suggerisce la pagina web realizzata dal prof. Corrado Mauri, presidente di “Vivere il Palazzo” dal 2006 al 2015, in cui è fornita una puntuale descrizione degli affreschi che decorano la seicentesca dimora cesanese, con un’interessante interpretazione personale sia iconografica che stilistica del vasto ciclo pittorico presente a palazzo.
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