Vivere Il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo
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Attività: Inca

VIVERE IL PALAZZO INCONTRA GLI INCA A BRESCIA

Inca

“Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro”, questo il titolo della mostra visitata il 14 febbraio a Brescia dall’Associazione “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” nell’ambito degli Incontri con l’Arte, in collaborazione con l’Agenzia per il Turismo e la Cultura.

Inca

L’evento vuole ricordare il bicentenario dell’indipendenza dei popoli latino- americani e lo fa esponendo nelle sale del Museo di Santa Giulia reperti, in oro o argento, provenienti soprattutto dal Perù e consistenti in maschere, simboli del potere temporale e spirituale, quali corone e monili, tra cui orejeras e narigueras, di incalcolabile valore, destinati agli imperatori o ai sacerdoti, ma anche vasi, bottiglie, collane.

Inca

Il tutto contenuto in bacheche illuminate da potenti riflettori, mentre intorno il buio degli ambienti esalta la preziosità dei metalli ed il cromatismo delle terrecotte, alcune di fattura pregevolissima. Le varie civiltà precolombiane, raccolte poi negli ultimi due secoli, prima della conquista spagnola, sotto l’impero Inca, si susseguono in ordine cronologico di sala in sala senza che quasi ci si accorga di trascorrere di secolo in secolo, di luogo in luogo, di gruppo in gruppo, se non per la maggiore o minore raffinatezza dei manufatti.

Inca

La civiltà Inca, pur essendo per alcuni versi poco comprensibile alla nostra mentalità moderna, si pensi all’orrore che suscitano in noi i sacrifici umani, giustificati da una diversa gerarchia di valori nella quale il benessere della comunità prevaleva rispetto a quello del singolo, era però pervasa da una forte spiritualità dettata dalle forze della natura, incarnate soprattutto dal sole, simbolo maschile, dalla luna, simbolo femminile, dal giaguaro e dagli uccelli.

Inca

Essa, nonostante la sua complessità fu in breve annientata dai conquistatori spagnoli, la cui cupidigia d’oro portò alla rapina e distruzione di quantità incalcolabili di capolavori, fusi per farne lingotti, e al genocidio degli indigeni, che tra l’altro non attribuivano all’oro il valore venale che gli davano gli occidentali. Grosso equivoco che costò loro caro, come costò caro agli Indiani dell’America settentrionale non concepire la proprietà privata della terra, giacché la terra, madre di tutte le creature, poteva accogliere e sostentare tutti i suoi figli, e quindi anche gli Europei che perciò vennero accolti amichevolmente. Per fortuna nell’America centro meridionale gli Spagnoli non riuscirono a fare del tutto terra bruciata, per cui noi oggi possiamo accostarci, conoscere e cercare di comprendere, in base a documenti originali, la vita e la cultura di queste popolazioni.

Inca

A completare e arricchire il panorama della cultura sud americana si affianca, sempre in Santa Giulia, un’altra mostra, “Plus Ultra”, riguardante i secoli XVII e XVIII. In essa sono esposti quadri e sculture prevalentemente di soggetto religioso, espressione di un popolo ormai cristianizzato, che però spesso riversa nel nuovo credo gli archetipi della cultura originaria, fondendo vecchio e nuovo in una sintesi originale.
La visita a questa seconda mostra era lasciata alla curiosità e all’interesse dei singoli, essendo il professor Mauri, curatore ed organizzatore degli Incontri con l’Arte, impegnato ad illustrare ai due gruppi di partecipanti quella sugli Inca.

Marina Napoletano


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