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I 100 DISEGNI DEL FONDO PETERZANO

Domenica 10 febbraio la programmazione degli Incontri con l’Arte ha previsto la visita al Castello Sforzesco di Milano per la mostra “Simone Peterzano e i disegni del Castello Sforzesco” sotto la guida del prof. Corrado Mauri che ha fatto questa scelta per sottolineare quanto sia importante il Disegno.
Motivo della mostra è stato il tristissimo episodio accaduto l’estate scorsa in cui due “presunti” storici dell’arte hanno assegnato questi cento disegni addirittura al giovane Caravaggio nel periodo di apprendistato, durato 4 anni, presso la bottega di Simone Peterzano.

Nella puntuale analisi dei disegni, in particolare dal punto di vista tecnico, Mauri ha evidenziato le varie differenze tra un foglio e l’altro ed i modi costruttivi del segno che permettono di riconoscere le diverse mani, le singole capacità di ogni autore e le differenze tra il segno di un maestro e dell’allievo o di chi, comunque, sta studiando un soggetto.
In particolare si è potuto constatare, analizzando un dipinto del Peterzano, di come i disegni in cui si inventa e man mano si costruisce l’opera studiandone i vari particolari sono molto più morbidi e sensibili espressivamente rispetto all’opera pittorica definitiva.
È risultato subito evidente come l’attribuzione caravaggesca è stato una atto di assoluta mala fede e incompetenza, finalizzato alla sola ricerca di notorietà, tanto più che i due non hanno studiato gli originali ma riproduzioni su pellicola.
Assolutamente condivisibile, quindi, la scelta dell’Assessore alla Cultura di Milano Boeri che ha voluto questa mostra per chiarire esattamente come stanno le cose, servendosi di un comitato scientifico composto dai migliori studiosi del disegno del cinquecento e del seicento. Ma uno dei risultati più importanti ottenuto è stato quello di portare a conoscenza del grande pubblico l’Archivio dei disegni del Castello Sforzesco milanese costituito da ben oltre seimila fogli, ma in particolare del cosiddetto Fondo Peterzano che ne conta più di duemila.
Questo Fondo che proviene dalla chiesa milanese di S. Maria dei Miracoli presso S. Celso (acquistato dal Comune di Milano nel 1924) si è formato nel corso dei secoli, a partire da fine ‘500 perché gli artisti che hanno lavorato in questa chiesa hanno lasciato ad essa tutti i disegni preparatori e di studio delle opere qui eseguite, ma il particolare culto mariano di questa chiesa richiamava gli artisti milanesi e non ha donare i loro disegni in segno di devozione o per propiziarsi la protezione della Madonna, ecco quindi il formarsi di questo eterogeneo insieme, tutto ancora da studiare e questa era l’occasione per incominciare.

Storia significativa, che Mauri ha voluto sottolineare, evidenziando così quanto sia stretto, intricato e manifestato in molti modi il legame tra arte e religione.
Uscendo dalla mostra i partecipanti erano più consci di quanto alla base dei risultati dell’Arte sia fondamentale lo studio, l’applicazione costante e quotidiana che si accompagna si alla mano capace, ma soprattutto al far lavorare la mente da parte degli artisti.