Vivere Il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo
Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo

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Associazione di volontariato culturale CESANO MADERNO


c/o Palazzo Arese Borromeo - via Borromeo 41, 20811 Cesano Maderno – MB
e-mail info@vivereilpalazzo.it

Attività: 8 marzo 2014

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

Con questo titolo l’Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo ha partecipato alla Giornata internazionale della Donna dell’8 marzo con una conferenza tenuta dalle socie Silvia Boldrini e Marina Napoletano, in cui l’esposizione dei contenuti è stata intervallata dalla lettura di brani saggistici e letterari letti da Emanuela Calderoni e Michela Vaccaro.
Tale evento è la conseguenza di studi e ricerche che l’Associazione esegue e che sono poi pubblicati sui Quaderni di Palazzo Arese Borromeo.

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO
VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

Dopo una breve presentazione dell’iniziativa da parte del Presidente Corrado Mauri, la parola è passata a Marina Napoletano, che ha delineato una sintetica storia della Giornata della Donna, smantellando tra l’altro la leggenda che la vorrebbe nata nel 1908 per commemorare le operaie morte nell’incendio della fabbrica Cotton di New York. In realtà essa nacque nel 1909 per iniziativa del Partito Socialista statunitense che propose contestualmente il voto alle donne. Quindi, visto che si era ospiti nella Sala Aurora del seicentesco palazzo Arese Borromeo, la relatrice ha descritto la condizione femminile nel corso del secolo XVII, che era di totale subordinazione all’uomo il quale riteneva la donna totalmente inaffidabile, rifacendosi all’autorità della Bibbia che vuole Eva nata da una costola di Adamo e le attribuisce la responsabilità della cacciata dal Paradiso Terrestre. Purtroppo tale idea era così radicata che gran parte delle stesse donne erano convinte della propria inadeguatezza nell’affrontare campi del sapere, della politica, del potere, considerati esclusiva peculiarità maschile.

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO
VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

Il discorso, come già detto, è stato concretizzato dalle testimonianze documentarie originali delle donne del tempo, lette con abilità e chiarezza dalla socia Emanuela Calderoni, e da due brani di un romanzo storico dello scrittore Andrea Camilleri, il quale, ne La rivoluzione della luna narra la storia di Eleonora de Moura, per 27 giorni viceregina di Sicilia. Per leggere Camilleri, che, come è noto, scrive in siciliano, si è chiesto aiuto all’amica Michela Vaccaro. Ella, con la foga e il temperamento che le sono propri, ha dato voce altamente espressiva alla inconfondibile parlata siciliana.

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO
VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

A questo punto la parola è passata a Silvia Boldrini che, avendo studiato i documenti dell’Archivio di Stato di Milano riguardanti alcune vicende vissute da Giulia Arese, ha sottolineato come non fosse necessario per una donna che dovesse sposarsi che fosse presente alla stipula del contratto matrimoniale, in quanto rappresentata dal padre, che allora poteva disporre delle figlie a suo piacimento, e come le sorelle Arese, alla morte del padre, privo di eredi maschi, abbiano dovuto riscattare, pagando tremila lire, i feudi lasciati loro in eredità, dopo una contesa con la Corona spagnola che ne reclamava la restituzione.
Ha poi completato il ritratto di Giulia riferendo del suo carattere, alquanto simile a quello del padre Bartolomeo, delle sue capacità di gestione del patrimonio ereditato, del suo amore per la dimora paterna.
A riprova di quanto detto a proposito delle nozze è stato letto il testo originale italiano del contratto.
Infine si è passati a considerare come la donna è rappresentata negli affreschi del Palazzo e quanto tale rappresentazione possa dire del rapporto di Bartolomeo III Arese con l’altra metà del cielo.

VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO
VIVERE AL FEMMINILE NEL SEICENTO

L’Associazione Vivere ritiene così di aver contribuito a celebrare la Giornata evitando di ridurla a rito consumistico in cui spesso le donne, invece di prendere il meglio del genere maschile, finiscono per assumerne gli aspetti deteriori, come la tipica cena con annesso spogliarello maschile che mercifica l’uomo, come troppo spesso gli uomini fanno con le donne.

Marina Napoletano


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